Le voglie segrete di un padre - parte prima-

Ora avevo trovato un modo eccitante per passare quei noiosissimi giorni estivi. Io e il mio giovane amante avevamo riso e scherzato nella doccia, sia io che lui sapevamo che quella sarebbe stata l’inizio di una nuova e interessante amicizia.

Bruno mi fece giurare di non dire nulla al padre, fino a tempo debito, perché il suo sogno segreto era quello di fare sesso con lui e, i rapporti fino ad ora si erano limitati a delle banali seghe e fugaci toccatine sotto il tavolo. Dal canto mio affermai che Antonio non avrebbe saputo nulla, anche se in cuor mio ero a conoscenza del fatto che il padre ci avesse visto “giocare” in piscina e fosse sicuramente morto di gelosia per essere stato escluso dal gioco. Con un genitore del genere il figlio non poteva essere da meno, Bruno aveva ereditato, non solo la virilità del padre, ma aveva il suo stesso carattere tosto.

Si doveva essere goduto lo spettacolo della performance del figlio, prima di raggiungere la doccia lo notai asciugarsi il cazzo sporco di sborra da dietro la finestra. Conoscevo i suoi gusti in fatto di sesso e, soprattutto sugli uomini e l’idea di conoscere a fondo la propria prole doveva avergli stuzzicato lo strumento tra le gambe.

Decisi che al mio vecchio amico gli avrei ricordato i bei vecchi tempi e quale migliore occasione di una bella gita al mare su di un bella barchetta? La Liguria si sa offre molte spiagge, cale e luoghi isolati dove si può stare tranquilli e dare sfogo ai propri istinti. Ma è risaputo che le circostanze non programmate hanno sempre più successo.

Antonio era un uomo della mia stessa età, ottimo giocatore di pallanuoto e con una dotazione niente male, un fisico forgiato da duri allenamenti con dei pettorali degni di una statua greca e addominali con dei peli nei punti giusti. La sua bellezza e perfezione fisica andavano di pari passo con la sua capacità di saper guidare la squadra e molti di noi avevano subito quel fascino da maschio capobranco e prima o dopo si erano piegati a lui nel vero senso della parola.

Bruno era a Milano per degli esami, e quella settimana di Luglio io e Antonio potevamo spassarcela come ai vecchi tempi. Siamo compagni di squadra e tra di noi non c’e mai stato senso del pudore per cui, con la casa libera, andavamo in giro in costume da bagno o facendo sfoggio dei nostri gioielli all’aria.

Il caldo di quei giorni rendeva difficile concentrarsi sul lavoro, i pensieri andavano in tutt’altra direzione. La mancanza di Bruno e le temperature alte aumentavano la mia voglia di svuotare le palle, in quella prima settimana non avevamo avuto il modo di salutarci come si deve e dovevamo rimediare.

Come vi ho già accennato, tra me e Antonio vi era un amicizia particolare, essendo compagni di squadra facevamo sesso e questo aveva cementato la nostra amicizia. Quando eravamo sicuri da orecchie indiscrete i nostri discorsi si facevano coloriti su questo o quella conquista, non importava il tipo. Lontano da occhi indiscreti invece, le conversazioni diventavano per lo più sospiri, gemiti, risatine degne del miglior film porno.

Continuavo a pensare ai nostri passati incontri e ne immaginavo di nuovi, ciò rendeva impossibile dormire la notte tanto che nemmeno l’aiuto solitario e piacevole della mia mano poteva colmare il mio irrefrenabile appetito.

L’occasione si presentò a un fine turno in spiaggia, eravamo entrambi in costume da bagno rosso da bagnino, la giornata era stata intensa, e dai nostri corpi saliva l’odore di sabbia, crema e sudore. Lo aiutai a sistemare gli attrezzi da lavoro nella vecchia rimessa la quale fungeva da palestra per lo staff. Eravamo solo noi due in quella tarda ora ed ebbi la possibilità di ammirare ancora una volta il suo splendido corpo da atleta.

Il modo in cui il suo costume aderiva alle parti del suo corpo, con le pieghe che esaltavano la protuberanza davanti, e la tonicità del fondoschiena, mandava i miei sensi in estasi causando pruriti che pensavo sopiti da tempo. Lo divoravo con gli occhi, e le conseguenze non si fecero attendere, il mio amico in mezzo alle gambe si era svegliato ed era ben visibile e chiedeva di essere soddisfatto a gran voce.

Iniziavo a grondare di sudore e se con una mano mi asciugavo, con l’altra toccavo il mio membro e mi passavo una mano sul mio bel pettorale tonico. Nel mentre continuavo a sistemare i salvagente sui scaffali. Lavorare in quella situazione era veramente imbarazzante e difficile, dovetti fare appello al mio buonsenso per evitare di combinare disastri.

Fu allora che si avvicinò alle spalle, appoggiando la sua mano sulla mia spalla e scese in maniera lasciva a massaggiare il mio fondoschiena. Baciandomi la spalla mi disse che non potevo uscire in spiaggia in quella situazione. Continuava ad esercitare la pressione sul tessuto del costume e ciò non faceva che peggiorarla o migliorarla, non saprei dire, tanto che potevo notare i miei umori bagnare la parte anteriore, mi sentivo una troia in quel momento “Questione di punti di vista, non puoi tornare al lavoro in questo stato” disse con tono di sfida. Replicai che aspettavo il momento giusto per giocare ma non ebbi tempo di finire che la frase che mi ritrovai la sua lingua in bocca.... (Continua)